ATHLETIC CLUB: Simón; Areso (73’ Gorosabel), Vivian, Berchiche, Boiro; de Galarreta (78’ Vesga) Jauregizar (73’ Rego); Berenguer, Sancet (73’ Hierro), N. Williams; Guruzeta (62’ U.Gómez). All. Valverde PSG: Safonov; Zaire-Emery, Marquinhos (46’ Zabarnyi) Pachi, Nuno Mendes; Joao Neves, Vitinha, Fabian Ruiz; Barcola (78’ G. Ramos) Mayulu (62’ Doué), Kvaratskhelia. All. Luis Enrique gli higlights di Athletic Club – PSG
Bisogna scriverlo subito: Nucera di Sky è stato indecente ed insopportabile. Non si è limitato ad appellare come “Bilbao” la nostra squadra, ma la anche definita “spagnola” un centinaio di volte. Meriterebbe una segnalazione, soprattutto considerata l’esperienza del telecronista.
La serata a Bilbo sarebbe fredda. Sarebbe! Intorno e dentro la Catedral la temperatura è altissima, foriera di sogni ed imprese. L’Athletic si accinge a sfidare una squadra che rappresenta la filosofia opposta. Sport contro finanza, valore contro speculazione e chi più ne ha, più ne metta. Luis Enrique, gran signore, sembra essere su quella panchina per mascherare qualcosa di oscuro.
Valverde schiera l’once migliore possibile, con Yuri in coppia con Vivian a proteggere Simón insieme ad Areso ed Adama, Galaxy ed Jaure, Nico, Berenguer e Sancet dietro a Guru. Si deve vincere per aumentare le nostre chances di qualificazione.
La coreografia è quella delle grandi occasioni. I primi 20 minuti sono di marca parigina, l’Athletic prova a fare quello che l’anno scorso li ha portato in alto: ondate di pressing alto ed asfissiante sembrano mettere in difficoltà i campioni in carica. In un paio di occasioni i zurigorri riescono a rubare palla e a crossare pericolosamente con Adama ed Areso, ma gli attaccanti fanno solo “cincischiate”.
Da segnalare il primo squillo del PSG al minuto 18, quando Fabian Ruiz raccoglie una sciabolata proveniente da destra e si inserisce alla perfezione tra le maglie della difesa bilbaina ma calcia male.
La partita scorre e l’Athletic guadagna campo. Altra combinazione al minuto 26 Areso-Guru-Sancet che calcia male da discreta posizione.
Fino al 35° l’Athletic continua a spingere: Berenguer alla mezz’ora prova a sorprendere Safonov con un calcio di punizione da posizione decentrata. Palla deviata in corner dall’estremo difensore russo.
Luis Enrique prende le contromisure e cambia lato a Barcola: la mossa crea scompiglio e prima della fine del primo tempo arrivano due incursioni con cross molto pericolosi, il primo dalla sinistra ed il secondo dalla destra. In particolare, l’ultimo strozza in gola l’esultanza ai parigini: la palla raggiunge Mayulu calcia da posizione ravvicinata ma Unai Simón realizza miracolo, parando il tiro. Non sarà l’ultimo della serata dell’estremo difensore. Si va al riposo sullo 0–0 ma si respira fiducia: la squadra è presente ed intensa come piace agli hintxas.
Nel secondo tempo il PSG sale in cattedra, il primo quarto d’ora è un incubo: doppia parata di Unai al minuto 48 e 52 su Mayulu e Zaire-Emery. L’Athletic è alle corde ed il goal ospite è nell’aria. Kvara fa il Kvara e ci va vicino con un “tiraggiro” al 56esimo. In maniera simile ci prova anche Berenguer un minuto dopo, dando respiro alla manovra biancorossa. Valverde capisce che c’è da cambiare qualcosa, ci vogliono forze fresche per resistere all’onda d’urto parigina. Dentro Unai Gómez, oramai cambio fisso all’ora di gioco, al posto di Guruzeta, con una prestazione non a livello della squadra.
Mossa azzeccata perché l’Athletic riprende ad aggredire gli ospiti, mandandoli in difficoltà: serve sforzo fisico e mentale più che tecnico, ed Unai Gómez serve a questo. Il problema è quando il PSG riesce a saltare la pressione, creano pericoli. Ed infatti Barcola sguscia sulla fascia sinistra e tira una bomba che si stampa sulla traversa. Per una volta non possiamo dire che l’Athletic è stato sfortunato.
Siamo al 70° e Valverde fa entrare forze fresche e giovani, Gorosabel, Rego, Hierro e Vesga per Areso, Jaure, Sancet e Galaxy. I cambi, seppur, qualitativamente imparagonabili alla squadra avversaria, conferiscono la linfa vitale “giusta”. Altra ondata di pressing, i leones ci credono ancora: mi sento di poter dire che questa volta Valverde non ha sbagliato nulla.
L’Athletic riesce riesce a mettere altri due palloni pericolosi al centro con Adama e Gorosabel, ci riprova anche Berenguer dopo aver scambiato fascia con Nico ma niente di fatto, il risultato non cambia.
Il PSG è sempre la squadra campione in carica e al minuto ’86 ci vuole prima un miracolo di Unai Simon, e poi un salvataggio stoico di Yuri sulla linea che mi ha ricordato Gandalf nelle miniere di Moria :”Fabian, tu non puoi passare!!!”
L’ultima occasione è biancorossa: calcio d’angolo al ‘90esimo, respinta corta della difesa francese, Adama dal limite poteva far crollare lo stadio ed invece calcia al volo alle stelle, provocando una simpatica imprecazione da parte del mister.
Tra gli applausi raccogliamo questo punto prestigioso; a due giornate dalla fine serve poco ai fini della qualificazione ma che dona tanta autostima ai nostri ragazzi. Simón, premiato MVP della partita, è stato miracoloso, Vivian un muro, Yuri stoico, Adama, Areso e Sancet in crescita, Nico e Berenguer che si sacrificano tanto in ripiegamento. Siamo vivi, più che vivi, siamo intensi e connessi con la grada.
E l’Europa ce la meritiamo! Eccome se ce la meritiamo!
Stefano Bifulco