15 SETTEMBRE 2025 - 1a GIORNATA DI CHAMPIONS LEAGUE 25/26

ATHLETIC CLUB 0 - ARSENAL 2

72' Martinelli (AR), 87' Trossard (AR)


ATHLETIC CLUB: Simón; Gorosabel, Vivian, Paredes, Boiro (68' Berchiche); Jauregizar, Vesga (81' Rego); Iñaki Williams (80’ Serrano), Sancet (68' Guruzeta), Navarro (61' U.Gómez, 81' Serrano), Berenguer. All. Valverde


ARSENAL: Raya, Timber, Mosquera, Gabriel, Calafiori (90' Norgaard); Zubimendi, Rice, Merino; Madueke (90' Hincapie) Gyokers (65' Trossard), Eze (71' Martinelli). All. Arteta.


gli higlights di Athletic Club - Arsenal


Il dibattito si riapre, annoso, ogni volta che ci capita di andare in Champions: ne vale la pena o no? Da una parte ci sono gli entusiasti, che giustamente sono più che felici di sentire l'inno della massima competizione europea risuonare tra i gradoni del San Mamés: per loro esserci equivale a una vittoria e rappresenta un'ulteriore medaglia da appuntare sul petto di un club senza eguali nel mondo. Dall'altra siedono i pragmatici, per i quali la Champions somiglia più che altro a un fastidio da tollerare: sì, le partite sono prestigiose, le trasferte affascinanti e l'atmosfera generale merita di essere vissuta, ma forse Parigi non vale questa messa. Giocare un torneo del genere drena energie preziose che fatalmente presenteranno il conto in campionato; e, visto che comunque non lo vinceremo, perché non puntare a una più accessibile Europa League, per non dire a una Conference che potremmo conquistare a mani basse?


Chi scrive, forse per via dell'età, è molto meno entusiasta e molto più pragmatico degli scorsi anni, e la partita con l'Arsenal non ha fatto che confermare il pregiudizio iniziale. Un incontro neanche mal giocato, che però gli inglesi hanno portato a casa col minimo sforzo: d'altra parte, si tratta di una squadra arrivata in semifinale lo scorso anno, coesa e ora anche esperta, un boccone insomma difficile da digerire per un Athletic nella cui rosa ci sono solo due elementi che hanno già giocato in Champions, Berchiche e Laporte (ancora non inutilizzabile per le note vicende). Forse anche Valverde ci ha pensato, almeno a giudicare dall'undici mandato in campo: non esattamente la formazione tipo, per così dire.


I ragazzi hanno lottato, hanno provato a pressare alto per riconquistare la palla in zone pericolose e colpire, ma l'impressione è stata che gli uomini di Arteta fossero sempre in pieno controllo. Come tutte le squadre di caratura mondiale, l'Arsenal non ha sprecato energie preziose in questo momento della stagione, ha fatto sfogare l'Athletic nei suoi momenti di massimo sforzo e ha colpito quando doveva con due subentrati di lusso, Martinelli e Trossard. Inutile fare confronti sui giocatori a disposizione dell'ex Real Sociedad e la nostra panchina, la differenza di disponibilità economica tra i due club parla da sola e francamente è anche inutile soffermarsi su questo aspetto, giacché noi abbiamo scelto di essere differenti e ce ne assumiamo onori e oneri. Il discorso semmai può essere fatto sulla strategia di Txingurri, come suggerito dal nostro socio Domenico a fine partita: avrà voluto schierare la formazione per lui migliore, sapendo che le possibilità erano comunque poche e che domenica c'è la Liga, oppure avrà mandato in campo chi fin qui ha giocato meno, mettendo nelle gambe dei giocatori minuti di qualità e riservandosi di fare punti contro avversari più accessibili?


(S)fortunatamente noi non siamo allenatori professionisti e possiamo fare solo congetture. Personalmente, io sposerei il secondo approccio. La nuova formula della Champions permette di qualificarsi perdendo varie partite, come dimostrato dai campioni del PSG l'anno scorso; alla luce di questo dato, tanto vale mettere nel mirino le rivali meno attrezzate e dare un po' di riposo ai titolarissimi, essendo consapevoli che chiunque andrà in campo darà il 110%. Con un po' di fortuna, d'altronde, avremmo potuto benissimo fare un punto contro i Gunners, e sarebbe stato un inizio ottimo.


La sentenza sull'opportunità di giocare questa benedetta Champions è invece rimandata a fine stagione, ma il dibattito tra entusiasti e pragmatici - lo sappiamo tutti - non finirà mai.


Edoardo Molinelli