ATHLETIC CLUB: Agirrezabala; De Marcos (42' Gorosabel), Vivian, Álvarez, Lekue; De Galarreta (46’ Prados), Jaureguizar; Iñaki Williams (87' Djaló), Berenguer (42' Prados), Nico Williams (79' U.Gómez); Sannadi. All. Valverde MANCHESTER UNITED: Onana; Lindelof, Maguire (65' De Ligt), Yoro; Mazraoui (74' Shaw), Casemiro, Ugarte (65' Mount), Dorgu (83' Mainoo); B. Fernandes, Hojlund, Garnacho (83' Diallo) gli higlights di Athletic - Manchester United In una umida serata di primavera una città in fermento e un Nerviòn che ribolle di passione accompagnano il pre-partita della semifinale di andata di Europa League dell’Athletic Club contro i plurititolati inglesi del Manchester United. I padroni di casa si trovano ad affrontare un avversario che sta disputando una stagione dai due volti: vicino alla zona retrocessione in premier League e abbastanza performante in Europa, peraltro reduce dall’incredibile quarto di finale contro il Lione. Mister Valverde deve fare a meno dell’infortunato Ohian Sancet e decide di sostituirlo, nel trio dei tre-quartisti, con Berenguer. Spinto da un pubblico appassionato l’Athletic comincia la sua gara con una pressione costante e si caratterizza per ottimi recuperi alti del pallone e un attacco della profondità costante. Al 4 minuto, una palla persa sulla trequarti in maniera approssimativa manda in rete Garnacho, ma la sua posizione è irregolare. Al 7 minuto palla rubata dai padroni di casa, Sannadi per Berenguer che calcia, Onana in angolo. All’ 11 esimo su splendido cross di Berenguer Iñaki Williams spreca di testa a pochi metri dall’estremo difensore dello United. Poco prima del ventesimo lo stesso Iñaki scappa sulla destra, il suo traversone trova il tiro di Berenguer che viene murato da un ottimo Lindelof. Dopo la mezz’ora di gioco è impossibile raccontare una partita ma si può esclusivamente parlare di un insieme di episodi, dinamiche, scelte. La partita, intesa come canovaccio di gioco si conclude intorno al 30esimo quando Maguire si trova sulla destra e, complice la molle opposizione di Jauregizar, riesce ad andare sul fondo e crossare al centro dell’area dove Ugarte è libero di fare da torre per il colpo di testa di un Casemiro lasciato colpevolmente solo. 0-1 e San Mamès gelato. Meno di un minuto dopo ecco l’episodio chiave del match. Su traversone basso Hojlund non riesce a concludere a pochi passi da Agirrezabala. Il direttore di gara viene richiamato dal Var e decide che il contrasto di Vivian sul centravanti danese è falloso. Di conseguenza giudica chiara occasione da goal quella impedita a Hojlund ed espelle il difensore centrale biancorosso. Rigore di Fernandes per lo 0-2. Il destino che ha concesso sia agli ottavi che ai quarti l’uomo in più ai biancorossi, pareggia i conti nel momento più importante della stagione. I ragazzi di Valverde accusano il colpo e perdono parecchio del loro animus pugnandi. Il Manchester United sente l’odore del sangue e cerca di chiudere il match. Valverde al 42esimo sostituisce De Marcos (infortunato) con Gorosabel e sistema la difesa con l’ingresso di Paredes per Berenguer attendendo la fine della prima frazione per scuotere i suoi ragazzi. Al 45esimo però i zurigorri perdono ingenuamente palla al limite dell’area e, dopo un tacco di Ugarte, Bruno Fernandes si trova davanti a Agirrezabala e lo supera con freddezza. È 0-3. Al quarto minuti di recupero, c’è il tempo per un gran tiro di Mazraoui che centra la traversa. È notte fonda per l’Athletic club quando il direttore di gara manda tutti negli spogliatoi per l’intervallo.
Il secondo tempo non merita una cronaca perché non c’è una partita. Lo United pensa a non scoprirsi e purtroppo i padroni di casa non dimostrano alcun tipo di reazione, neanche emotiva. Anzi, come raramente capita, i ragazzi di Valverde passano la seconda frazione di gioco a lamentarsi per ogni intervento del direttore di gara, mostrando un vittimismo che porta a bruciare energie e difettare in concentrazione. Questo conduce ad un lento trascinarsi verso il fischio finale, anticipato da un triste abbandono anticipato degli spalti da parte di alcuni tifosi. 0-3 finale e qualificazione alla finale in casa tremendamente difficile. Appuntamento tra una settimana all’Old Trafford: uno dei templi del calcio dove tutto pesa: il tifo, la maglia, la storia. Un luogo perfetto per mostrare al mondo ma soprattutto a sé stessi, ancora una volta, cosa vuol dire indossare la maglia dell’Athletic Club: dove l’orgoglio conta più del risultato. Salvatore Mario Gaias