20 APRILE 2025 - 32a GIORNATA DI LIGA 24/25

REAL MADRID 1 - ATHLETIC 0

93’ Valverde (RM)


REAL MADRID: Courtois; Valverde, Asencio (83' Vazquez), Rudiger, Camavinga; Modric (78' Guler), Tchouameni, Ceballos (58' Endrick); Bellingham; Rodrygo (78' Brahim), Vinicius. All. Ancelotti


ATHLETIC CLUB: Simón; Gorosabel, Nuñez, Paredes, Boiro (82' Vivian); Prados, Vesga; Djaló (62’ I. Williams), Berenguer (62' Sancet), U. Gómez (72’ Lekue); Guruzeta (62’ Sannadi). All. Valverde


gli higlights di Real Madrird - Athletic


Quando si decide di scendere a Madrid con una formazione come quella schierata da Valverde (la linea di trequartisti Unai Gómez-Berenguer-Djaló al momento farebbe fatica in una Segunda alta) è evidente che il pensiero sta andando all'Europa più che al campionato. Legittimo, ci mancherebbe. A parere di scrive, per dirla tutta, perfino doveroso. Certo non è facile commentare un monologo madridista (più nella ripresa che nel primo tempo) intervallato da rarissime sortite biancorosse, simili più a simulazioni di attacco che a vere azioni offensive, ma ci proveremo.

L'Athletic, come detto, si presenta al Bernabeu in formazione largamente rimaneggiata, che fa perno sulla mediana muscolare Vesga-Prados e si affida alla velocità dei trequartisti per provare a colpire in contropiede un Madrid ancora scottato dall'eliminazione in Champions League.


I primi 45' sono piuttosto sonnolenti: i padroni di casa tengono molto il pallone ma non affondano con convinzione, mentre gli zurigorri aspettano, chiudono (o almeno provano a chiudere) i varchi sulle fasce ma non riescono a ripartire. Il più in palla dei 22 in campo è senza dubbio Vinicius, ispiratissimo e dotato di un passo non contenibile dal pur volenteroso Gorosabel, ed è infatti dai piedi del brasiliano che nascono tutte le azioni pericolose delle merengues. In particolare, il numero 7 al 27' salta avversari come birilli e scarica in porta un destro che Unai Simón accompagna fuori.

Athletic non pervenuto nella metà campo madridista: nullo Berenguer, Gómez si sbatte senza costrutto, Guruzeta continua nel suo periodo-no (che va avanti più o meno da ottobre) e Djaló, che pure aveva dato segnali di risveglio col Rayo, è autore di una prestazione imbarazzante tra passaggi sbagliati, dribbling malriusciti e addirittura una caduta auto-provocata nel tentativo di saltare un difensore.


La ripresa vede la squadra di Ancelotti alzare decisamente il livello di pericolosità. Rodrygo sfiora il palo con un tiro a giro già al 46', poi Camavinga scalda i guanti a Unai dopo una cavalcata imperiosa.

Al 59' l'unico squillo dei Leoni, con Unai Gómez che chiama Courtois alla prima e unica parata del match con un sinistro potente ma abbastanza centrale da posizione defilata, mentre un minuto dopo Simón si supera alzando in corner un colpo di testa ravvicinato di Bellingham.

Il Real Madrid inizia a giocare veramente bene: Modric detta ancora legge in mezzo al campo, Valverde è ovunque, Vinicius spadroneggia a sinistra, Bellingham è più a suo agio del solito e a più di un osservatore non sfugge che Mbappé è in tribuna... Grane merengues a parte, il match prosegue sui soliti binari e gli ingressi di Sannadi, Sancet e Williams sr. non ne cambiano l'inerzia. Al 79' Vinicius segna dopo uno splendido monologo, ma l'arbitro annulla per fuorigioco di Endrick a inizio azione.

Quando i giochi sembrano fatti e i biancorossi iniziano a pensare di portare via un punto da Madrid, al 92' Valverde tira fuori il classico coniglio dal cilindro con un mezzo collo esterno meraviglioso che si infila sotto il sette alla destra di Unai.


Finisce con un giusto successo madridista una partita quasi non giocata dai bilbaini. Ormai l'interesse è tutto sull'Europa League, anche perché la Spagna ha praticamente ottenuto il quinto posto Champions e l'Athletic ha sei punti di vantaggio sul Betis, sesto.

Mercoledì a Bilbao arriva il Las Palmas, quartultimo ma reduce da due vittorie consecutive. L'imperativo è ottenere i tre punti, chiudere al più presto il discorso qualificazione e concentrarsi sulla prima delle due partite contro lo United, un appuntamento di importanza non quantificabile per la storia del club.


Edoardo Molinelli